“Forma e figura” è il lavoro del 2009 del Fabio Turchetti Quartet all’interno del progetto CPC (Consorzio Produttori Cremonesi), alla riscoperta delle tradizioni sonore della provincia di Cremona, anche se in questo caso l’oggetto preciso di ricerca è la Val Boreca, negli Appennini tra Liguria, Lombardia ed Emilia, dove ancora resiste il ‘piffero delle 4 provincie’, un’ancia doppia imparentata all’oboe e contraltare alla ciaramella del nostro Sud. La struttura è a doppio impianto: da una parte modale, per dar luogo a giri melodici a ricordare atmosfere di giga medievale o echi mediorientali, dall’altra tonale, dove si sviluppano momenti lirici con atmosfere che ben figurerebbero come soundtrack in pieces felliniane.
Turchetti dà quasi ovunque la base ritmica con il bandoneon che si integra bene con il piffero anche se la forte, prevalente personalità disturba nella gestione del passaggio-dialogo tra i due temi, soprattutto quando il momento lirico si adagia su territori fin troppo intimi e languidi.
Non a caso ci sembra che ‘Il frate alla stazione’ e ‘La partenza’ risolvano ogni problema di amalgama con l’inserimento della chitarra acustica di accompagnamento. Sembra che ci sia qualcosa di ancora di inespresso, di non sviluppato a livello di energia, divertimento e improvvisazione, soprattutto considerando la pulizia del suono e precisione di inserimento di Gianni Satta alla tromba e flicorno, come pure Alberto Venturini al clarinetto basso e sax baritono.
Marco Angelici su jazzitalia