Salvatore Esposito intervista Luca Congedo e presenta i dischi dei Khaossia, tra cui l’ultimo uscito Grechesche, sulle pagine di Blogfoolk.
A poca distanza dal successi riscosso con lo spettacolo “Due Dei Mille: Pietro Ripari e Moisè Maldacea – Quadri musicali ispirati alle loro gesta”, i Khaossia hanno di recente dato alle stampe il loro terzo disco in studio, Le Grechesche, che rappresenta senza dubbio la loro opera più ambiziosa. Vestendo i panni di alcuni galeotti a bordo della Galea del Console della Serenissima Repubblica di Venezia, Annibale Basalù, il gruppo salentino ha dato vita ad un racconto in musica ambientato nel XVI Secolo, e durante il quale raccontano un ipotetico viaggio che parte dalla Laguna Veneta, attraversa le colonie dello Stato da Màr e raggiunge in fine al Terra D’Otranto. Il disco mette in fila sia brani originali ispirati ai vari porti toccati nel loro viaggio musicale su testi del poeta e compositore veneziano Antonio Molino detto Burchiella, sia composizioni attinte dal repertorio antico, recuperando e rileggendo attraverso gli stilemi folk, quattro Grechesche, ovvero una sorta di villanelle burlesche, pubblicate nel 1571 da Andre Gabrieli. Emerge così quel legame strettissimo che c’era tra Venezia e la Terra D’Otranto, le cui tracce sono rimaste vive nella storia a partire dal 836 quando i veneziani aiutarono i Longobardi e i Bizantini a resistere alle incursioni dei Saraceni, fino a far diventare il Salento un vero e proprio avamposto della Serenissima. Rispetto ai dischi precedenti Le Grechesche, rappresenta un’ulteriore passo in avanti per i Khaossia che ben lungi dal ripercorrere le vie vie della riproposta, seguono un originale percorso di ricerca più profondo, cercando di recuperare quel sottile e profondissimo legame che unisce la musica classica a quella popolare. In questo senso va sottolineato come siano riusciti a ricreare dal punto di vista prettamente sonoro quell’atmosfera di continui scambi culturali che legava e lega ancora le varie popolazioni del mediterraneo, facendo dialogare strumenti di estrazione etnica differente come il laouto cretese, il violino, la traversa e il tamburello. Questo nuovo disco è dunque una scommessa vinta, essendo un lavoro concettualmente rigoroso tanto dal punto di vista della storia narrata tanto da quello prettamente musicale.