Musicista a trecentosessanta gradi, Fabio Turchetti vanta esperienze come cantautore, collaborazioni con jazzisti (tra le quali, oltre quella di lungo corso con il concittadino Roberto Cipelli, c’è quella antica con Luca Flores, clicca qui per la recensione del disco in cui il pianista interpreta brani di Turchetti), esplorazioni della musica popolare, antica e moderna.
Quest’ampia conoscenza dei più diversi territori musicali viene riversata da Turchetti in questo suo lavoro, nelle tracce del quale trovano posto, l’uno accanto all’altro, frammenti medioevali e improvvisazioni, spezzoni di musica popolare e composizioni originali. Il tutto con grande coerenza.
Ad eseguire le composizioni è un trio che vede lo stesso Turchetti alla fisarmonica e all’harmonium, Florindo Grillo alle ance e Maurizio Murdocca alla tabla. Proprio quest’ultimo è l’elemento più straniante, dato che le sue percussioni sono i suoni maggiormente “inauditi” del contesto, ma – proprio per questo – sono anche in grado di caratterizzare fortemente le composizioni. Le quali, peraltro, si avvalgono anche delle belle melodie espresse dalle ance di Grillo (brillante in particolare al sax soprano).
Un lavoro di grande fruibilità, ma anche molto complesso, esempio di una musica contemporanea attenta alla tradizione, ma non ad essa prona.Neri Pollastri su Allaboutjazz