Registrato in due diverse session, la prima live a Radio Antenna 5 nel giugno del 2009 e la seconda in studio nel febbraio del 2010, Dialogo è un interessante side-project che ha visto protagonisti due dei membri fondatori dei Khaossia ovvero Fabio Turchetti e Luca Congedo insieme al liutaio e musicista palestinese Butrus Bishara. Si tratta di un disco dal grande fascino, in quanto avvicina e mette a confronto tre artisti con storie, percorsi e personalità diverse, che si ritrovano unite dalla comune passione per la musica tradizionale. La prima parte Dialogo, brilla per la grande spontaneità e per la scioltezza con la quale i musicisti approcciano il repertorio dei brani scelti, dando vita ad un eccellente interplay tra l’oud di Bishara, il bandoneòn di Turchetti e il flauto suonato da Congedo. La splendida Castrojeriz di Turchetti ci schiude così le porte per accompagnarci in un viaggio ricco di suggestioni che ci conduce dapprima in Provenza con De La Lensor Com’vel, poi in Andalusia con Kharka fino a toccare la Grecia con una elegantissima rumba ed in fine la Catalogna con Stella Splendens. A guidare la linea melodica e a disegnare splendidi arabeschi sonori è il flauto di Congedo, mentre Turchetti al bandoneòn lo segue imprimendo ai brani un’atmosfera quasi esotica, il tutto mentre Bishara all’oud si fa carica di evocare con i suoi interventi atmosfere orientali, in un fluire di splendide immagini sonore. Più meditativa è invece la seconda parte, registrata in studio ed intitolata Quadri, composta da cinque brani originali di Turchetti ispirati dalla lettura di alcune poesie di Mariella Mehr. La struttura dei brani è solo all’apparenza semplice ma nasconde una grande ricchezza dal punto di vista delle strutture melodiche, dove nel dialogo tra l’oud e il flauto si inserisce anche il pianoforte suonato dallo stesso musicista cremonese. Tra i brani più intensi vale la pena segnalare la dolcissima Una Luce e la conclusiva A Quest’Ora che a ritmo di danza suggella un disco in cui il concetto di world music viene quasi sovvertito a favore di una musicalità che nasce dal popolo per diventare un linguaggio universale.
Salvatore Esposito