Fabio Turchetti, compositore e cantautore cremonese, risiedette a Firenze nel corso degli anni ’80 per i suoi studi sul jazz, divenendo amico di Luca Flores. In quegli anni Flores ebbe occasione di eseguire alcuni brani di Turchetti al pianoforte, ed il compositore li registrò su dei nastri che hanno rivisto la luce a vent’anni di distanza dalla registrazione e a dieci dalla morte del pianista, per essere pubblicati su questo CD edito dall’etichetta di Turchetti, il Consorzio Produttori Cremonesi.
L’album, forse non perfetto acusticamente ma comunque di qualità più che accettabile, ci permette di ascoltare Flores impegnato su materiali originali, tutti molto interessanti e forse ancor più adatti degli “standard” alla personalità del pianista – che infatti registrò sul suo testamento spirituale, For Those Who Never Knew, il primo brano di questo disco, “max 2 supersoul”. Le interpretazioni sono perlopiù molto brevi, per cui non vi è molto spazio per le improvvisazioni, ma la semplicità lascia trasparire la sensibilità di Flores, tanto nel tocco, quanto nella personalizzazione dei brani. Così, colpiscono il modo di piegare il blues di “cakewolk blues”, la leggerezza con cui viene attraversata la delicata “faye”, la profondità con cui viene viceversa letta “peau noir”, probabilmente il pezzo migliore del lavoro.
Un nuovo documento sull’arte dello sfortunato pianista, del quale si è forse parlato troppo negli ultimi anni e che è certo preferibile ascoltare in registrazioni come questa.
Neri Pollastri, allaboutjazz