Luca Flores suona la musica di Fabio Turchetti proviene dall’archivio privato di Turchetti, che nel 1985 aveva registrato l’amico pianista mentre suonava alcuni suoi brani. Le registrazioni non erano certo state pensate per essere pubblicate e la qualità sonora, ovviamente, non è ottimale ma c’è comunque da essere grati a Turchetti per aver riesumato questi documenti in cui Flores spazia da brani vicino al pop (Wilmer’star, Moria Orfei) dove si avverte di più l’influenza del primo Jarrett, a swinganti blues (Cakewalk blues) fino a divertimenti a ritmo di rumba (Club Mediterranée). I brani sono molto brevi, a volte poco più che abbozzi (con l’eccezione del lirico Peau Noir, l’unico di una certa ampiezza) ma anche in questo contesto “minore”, casalingo e disimpegnato, emergono le qualità di Flores: tocco incisivo, padronanza del linguaggio jazzistico, arrangiamenti accurati, lirismo, robusto senso dello swing. Una bella testimonianza di un artista che ci ha lasciato troppo presto.
Sergio Pasquandrea, Jazzit, novembre 2006