Fabio Turchetti ha presentato il suo nuovo cd “Mangiafuoco” con un bel concerto presso il Teatro Monteverdi.
Sul palcoscenico il quartetto composto dallo stesso Turchetti alla chitarra e al bandoneon, Enzo Frassi al contrabbasso, Pietro Triolo al flauto, alla sordellina (strumento della famiglia delle cornamuse) e al chalumeau (piccolo strumento a fiato di legno) e Antonio Magnatta a marimba e vibrafono.
Rispetto alla formazione del disco mancava il sassofonista Gianni Di Benedetto, e così la scelta dei brani è stata effettuata sulla base di questo diverso organico.
Tra le novità sono state eseguite “Zingari”, “Il paese nella nebbia”, “La fiera” e “Rumba greca”, con altri quattro brani tratti dai cd precedenti del cantautore e polistrumentista cremonese.
Si è trattato di una sequenza sospesa su sonorità che sbrigativamente si possono definire etnicheworld, ma che nello specifico affondano in riferimenti culturali che uniscono il tango, la rumba, richiami folk e pennellate jazz. In particolare quest’ultima anima è stata affidata da un lato al contrabbasso di Frassi e dall’altro allo spirito del gruppo, che è emerso nella sua pienezza soprattutto nel corso delle prove pomeridiane, durante le quali il gusto per la struttura dei pezzi non del tutto pianificata ma affidata alla sensibilità collettiva e all’ispirazione del momento ha mostrato la forza creativa dell’ensemble.
Il disco, che si avvale della distribuzione della CNI, Compagnia Nuove Indye di Roma, è stato pensato come la colonna sonora di una fiera di paese, in particolare di Castelponzone, paese di cordai, reso vivace dalle frequenti fiere a cui partecipava un’umanità variegata composta da girovaghi, mercanti e zingari. Il concerto è stato anche l’occasione per presentare il prossimo cd dell’etichetta CPC (Consorzio Produttori Cremonesi), “Corte aperta” di Simona Maffini, una carrellata di dodici canzoni in dialetto cremonese, di cui sono state eseguite con passione e in modo più che convincente “Primavéera” (su testo di Pier Luigi Lanzoni), “Tramóont in so Pòo” (parole di Amalia Ciozzani) e “Sèensa pensàa”.Gianluca Barbieri, La Cronaca, 23 febbraio 2010